martedì 30 maggio 2017

Distesa

Ho sempre creduto che la nostra sia una razza che ha un po' dimenticato la sua anima animale. Ci siamo meccanicizzati in obiettivi e leggi che abbiamo creato da soli ed in cui ci siamo avviluppati fino a strozzarci, come se fossimo avvolti in un bel nastro di raso rosso diventato ormai troppo stretto. Siamo come quei bimbi dell'antica Cina che venivano fasciati strettamente nelle bende, così da crescere nel modo giusto, un modo che abbiamo deciso noi, ma da troppo tempo contro di noi. Nel grande piano per la nostra umanità abbiamo dimenticato di includere la nostra animalità, le nostre origini, il nostro naturale spirito lento, fatto di stagioni, di albe e tramonti, di piogge e nevicate. In realtà siamo molto meno simili agli automi razionali che dovremmo essere e molto più simili al gatto che, sdraiato su un cornicione, osserva pigramente il mondo, o alla gru, che tiene le zampe al fresco nelle risaie di maggio. Non sarebbe bello perdere quello scopo meccanico che ci siamo inventati e recuperare, almeno in parte, il nostro scopo naturale, che è solo quello di essere, e non di arrivare? Talvolta, in quei pigri pomeriggi primaverili, in cui il vento soffia morbido sugli occhi, in quelle estati calde fatte di ranocchie gorgoglianti, o in quelle sere d'inverno battute dalla pioggia o accarezzate dalla neve, io credo che lo sentiamo ancora, quello scopo naturale, e, se siamo fortunati, potremo abbracciarlo.
E' quel senso di pigrizia che assale come una stoffa di seta, rilassando tutto il corpo. E' quel senso di calma che sento oggi. Il mio spirito animale che mi chiama. Il mio totem. Oggi infatti mi sento stanca, di una stanchezza priva di nervi. Mi sento molle come un gambo di erica, priva di ossa e di durezze. Sono elastica come una foglia di nocciolo e sciolta come un cristallo di ghiaccio notturno diventato ormai rugiada. Mi spando sulle superfici, mi percepisco allargarmi come un'alga sulla spiaggia o come una medusa sospesa nell'acqua. Ho perso i muscoli, si sono stesi anche loro, come panni al sole, ed insieme ci lasciamo andare verso le periferie, occupando gli spazi, ampliando la massa, senza chiedere permesso, senza sensi di colpa, riempiendo i vuoti che sono nostri di diritto, in questo mondo immenso che ci circonda. Dispongo in fila ogni cellula, come se fossi un rombo o una sogliola, dispiegandomi come una manta, affinché tutte possano vedere il sole. Mi allungo  come un millepiedi, sento i tendini stirarsi di felicità e calcolo l'ampiezza del mio essere sulla base della larghezza delle mie braccia aperte a stella. Sento la nuca tastare il terreno ed il corpo aprirsi come le ali di un falco grigio. E tutto ciò che sono ora è un desiderio di eternità, di prati soffici in cui sciogliermi ed in cieli frondosi in cui immergere gli occhi. Sento il presente scivolarmi addosso come un rivolo d'acqua, sempre più ampio, ma gentile, privo di spigoli. Mi sembra di essere sul fondo di un ruscello, sdraiata sul fondale limaccioso, circondata dalla rotondità dell'acqua, a guardare la luce che filtra in mille fotoni liquidi attraverso questo cielo denso. Non ho fame, né sete. Non ho colpe, né fretta, né luoghi, né tempo. Non ho passato, né futuro. Ho solo questo attimo fatto di respiri che mi risuonano con intimi sussurri dentro il petto. Ho questo cielo sopra di me e questa terra, bellissima, sotto le dita dei piedi. Oggi sono distesa come un albero di betulla ed immobile come una notte di stelle. Oggi sono fatta di canti di grillo e di fruscii di erba, mi disseto attraverso la pelle, come una spugna, bevendo luce e vento. Gioco con le mani, guardo le dita dondolare nell'aria, prima d'intrecciarle sulla pancia, ad accordarsi con il respiro, a trovare il ritmo con il battito del cuore. Oggi sono pianta, animale e tempo presente. Oggi mi godo il mio essere viva in un mondo vivo. Oggi sono esattamente dove dovrei essere. In me. Con me.
Duille


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Eccomi! Sono una scrittrice in erba, divoratrice di libri, sognatrice professionista e ansiosa sociale multicorazzata. Ho la fissa dei ricordi, la testa fin troppo tra le nuvole, interessi disordinati, un amore impossibile per gli alberi e una passione al limite del ridicolo per le serie tv. Ah, e le presentazioni non sono proprio il mio forte. Si vede?

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