domenica 23 luglio 2017

Telefilm addicted #14 - Genius, l'uomo dietro lo scienziato

Quando si pensa ad Einstein, solitamente vengono in mente due cose: la famosissima quanto incomprensibile formula della teoria della relatività e la maglietta in cui il buon Albert fa le linguacce al mondo, come direbbe Pennac.
Quando io penso ad Einstein, sono tre le cose che mi vengono in mente: la teoria della relatività (che sarà sempre ben oltre le mie possibilità di comprensione), la maglietta in cui Einstein esibisce le sue papille gustative e la serie Genius, della National Geographic. In realtà, avrei potuto limitarmi alla serie, perché questa da sola racchiude tutte le immagini precedentemente menzionate. Esclusa la maglietta. Marketing a parte, Genius è una serie che di geniale non ha solo protagonisti e nome: si tratta infatti di una serie antologica perfettamente costruita, in cui, stagione per stagione, si approfondisce la vita di un grande genio della storia e che ha esordito quest'anno con una corposa biografia sul genio della fisica di origini tedesche. Genius è una serie che fa dell'equilibrio e dell'onestà i suoi punto di forza: equilibrio tra la descrizione del personaggio Einstein e l'individuo Albert ed equilibrio tra la presentazione dei suoi punti di forza (l'intraprendenza, la curiosità quasi infantile, il  pacifismo granitico) ed i suoi punti deboli (l'egocentrismo, l'irremovibilità e la scarsa empatia nei confronti delle persone a lui vicine). E' proprio questo equilibrio che rende Genius una serie estremamente godibile, emotiva, coinvolgente e perfetta anche per i non addetti ai lavori, come la sottoscritta, che potranno godere delle dinamiche esistenziali del giovane (e vecchio) Albert e, nonostante tutto, entusiasmarsi delle intuizioni del grande fisico, furbamente costruite sotto forma di immagini mentali che invadono lo spazio creando scenari surrealisti ed evocativi. La serie è quindi costruita allo scopo di calzare come un guanto a tutti gli spettatori, in modo da essere il più divulgativa possibile e da strizzare l'occhio anche allo spettatore meno preparato. Genius, con un'imbastitura sapientemente costruita, saprà raccontarci la vita di Einstein in modo onesto, senza pregiudizi, idealizzazioni od opportuni mascheramenti volti a tutelarne l'immagine iconica. Ci verrà presentato l'uomo dietro lo scienziato e lo scienziato davanti all'uomo, lo ying e lo yang, il grande studioso della natura e l'individuo genuinamente confuso dagli altri esseri umani, il padre a dir poco distratto e il combattente irremovibile, il marito mancante e donnaiolo e l'amante aperto e privo di pregiudizi.
Ciò che emerge dalla narrazione come un fil rouge che spiega pregi e difetti di Einstein, è la sua profonda passione, che ne motiva tutti i movimenti, tanto nella vita quanto nella scienza. Einstein ama follemente tutto quello che avvicina, è affascinato dalle menti brillanti come dal movimento di un orologio, anche se non sempre riesce a comprendere tutto ciò di cui si innamora. Grazie ad una sceneggiatura perfettamente bilanciata e ad una regia studiata al millimetro, ci ritroveremo di fronte ad una narrazione pulita, lineare e chiara, che intreccerà sapientemente le più grandi scoperte di Einstein - quella teoria della relatività che inseguirà per tutta la vita e che sarà il suo unico vero amore - alla quotidianità, spesso motore delle sue più importanti intuizioni e delle sue più colossali disfatte. Da questo percorso, emergerà l'uomo Einstein, la sua personalità forte e risoluta, la sua autostima a volte ostacolante, la sua profonda passione per la vita, la sua smania di lasciare qualcosa di sé al mondo che è stato il suo successo e la sua rovina. Il tutto condito dalle musiche di Hans Zimmer e da un cast di attori di una bravura ineccepibile.  Alla fine, lasciare Einstein sarà difficile e doloroso, perché sarà come lasciare un vecchio amico di cui avete imparato a conoscere tutte le sfumature, profondamente umano, profondamente vulnerabile ed assolutamente indimenticabile.

Duille


6 commenti:

  1. Che bella recensione, Duille! :)
    Stranamente in questo periodo, che dura ormai da qualche mese, non ho voglia di guardare serie tv e dico "stranamente" perché di solito sono un'addicted anche io. Grazie per avermi fatto scoprire questa serie però, me la segno per quando questo "blocco dello spettatore" (esiste?) sarà passata! Quando hai parlato di immagini che riempiono lo schermo per rappresentare le idee che affollano la mente del protagonista ho subito pensato a "Sherlock", dove questo espediente mi aveva tenuta incollata agli episodi.

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    1. E' fantastico trovare un'altra telefilm addicted come me! Avremo molto di cui parlare noi due! Anche io ogni tanto ho il blocco dello spettatore, quindi tendo ad assecondarlo, tanto non dura mai molto. Questa serie è molto carina e non è neanche pesante, però sicuramente non te la suggerisco in questo momento di blocco. Meglio qualcosa di più leggero per riprendere il ritmo. Posso dirti un segreto? Ho provato a guardare Sherlock, ho guardato due intere stagioni, ma proprio non mi ha coinvolto. Sapevo che non era il mio genere, ma ho cercato di darle una chance. Inutile. Forse non è il momento giusto. Forse non lo sarà mai. Una vera sconfitta per una fan delle serie come me! T_T

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  2. Dai che bello, non conoscevo assolutamente questa serie tv. Sarei curiosa di vedere com'è. C'è anche da dire che in questo momento mi sono messa a guardare This is Us (ebbene sì,non l'avevo mai visto) e non ti dico i pianti, quindi per il momento direi che sto apposto così.

    Comunque ti ho nominata in questo premio :D
    https://laquasiadatta.blogspot.sg/2017/07/liebster-award-2017.html

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    1. Ciao Viola, ovviamente, dopo aver letto la parola "This is us", ho avuto una botta di entusiasmo potente e mi sono dimenticata di continuare a leggere il tuo messaggio! :P Risponderò prestissimo alla tua "nomination". Sono onoratissima! E parlando di This is Us....ragazza, quella serie è fatta per commuovere anche i cuori più pietrosi, catramosi ed inscalfibili. E' a dir poco stupenda! Quando l'avrai finita, dimmi il tuo parere! Io ci ho finito con lo scrivere un post a parte! :D

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  3. Ciao carissima ❤
    Recensione davvero bellissima, sei riuscita a descrivere perfettamente la serie TV e il genio che ho conosciuto grazie ad essa.
    Non ti nascondo che con Albert ho avuto un rapporto di amore/odio. In un primo momento l'ho sostenuto, tifando per lui e sperando che riuscisse a soddisfare la sua sete di curiosità. Ma quando ho capito quanto egoista e poco adatto alla famiglia fosse, ho iniziato ad allontanarmi un po'. Senza dubbio, la serie è ben fatta, coinvolgente e appassionante anche per coloro che, come me, di fisica non capiscono molto. Ho amato Albert (o meglio, l'attore) giovane, così come il mitico Geoffrey Rush nei panni di Albert da vecchio. Come sai, ho tifato fino alla fine per Mileva e i figli. Il finale mi è piaciuto davvero molto, l'ho trovato perfettamente in linea con il resto della storia! *-*

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    1. Eh, sì. Albert è un po' una spina nel fianco in quanto a legami familiari, ma alla fine è tutto così realistico che io, personalmente, non sono riuscita ad odiarlo! Mi faceva quasi un po' tenerezza, quando non volevo prenderlo a lavagnate sui denti! ^_^ Comunque concordo con te, una serie davvero bella e interessantissima!

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Eccomi! Sono una scrittrice in erba, divoratrice di libri, sognatrice professionista e ansiosa sociale multicorazzata. Ho la fissa dei ricordi, la testa fin troppo tra le nuvole, interessi disordinati, un amore impossibile per gli alberi e una passione al limite del ridicolo per le serie tv. Ah, e le presentazioni non sono proprio il mio forte. Si vede?

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