martedì 12 settembre 2017

Assaggi #1: L'effetto Mozart

In principio era il suono, diceva Franco Fornari in Psicoanalisi della Musica. Noi siamo il suono e veniamo dal suono: il suono è la prima cosa che sentiamo nella vita intrauterina ed è il primo segno del nostro ingresso nel mondo. Ci identifichiamo nel suono del nostro nome, attraverso il suono entriamo in contatto con gli altri, nel suono esistiamo, ci comprendiamo e ci rendiamo comprensibili. Il suono, quindi, ci contiene, ci riempie, ci circonda e ci plasma.
L'evoluzione del suono è la musica, che dà ordine e creatività ad un interno già musicale. E' ritmo, come il battito cardiaco della madre che sentivamo quando ci addormentavamo sul suo petto. E' ancora suono, come quello, unico nel suo genere, che emettiamo dalle corde vocali e che è una seconda impronta digitale. E' gioco, come quei primi vocalizzi che emettiamo da lattanti, che fanno vibrare tutto il corpo, come fossimo la cassa armonica di una chitarra. E' identità, come quella che riconosciamo nella rassicurante melodia del nostro genere preferito. E' armonia, come quella che ci colma quando sentiamo il vento frusciare tra gli alberi, o l'acqua gorgogliare in un fiume. La musica quindi fa parte di noi a tal punto da diventare uno strumento di cura potentissimo, perché parla il linguaggio privo di semantica che ci apparteneva prima ancora che ci appartenesse l'aria stessa. E questo, in estrema sintesi, è quanto ci spiega Don Campbell nel suo saggio, l'Effetto Mozart. La musica cura, il suono ripara, la melodia placa i tumulti. L'effetto Mozart è l'effetto salubre, curativo, quasi magico che la musica può donare, e che trova la sua massima espressione nella produzione di Mozart, costruita per rispettare determinati parametri che la rendono adatta al rilassamento concentrato, alla creatività, alla guarigione. La musica, sia essa strumentale o naturale, ci rilassa, ci carica, è un antidepressivo naturale, è uno strumento adatto alla meditazione, è un antidolorifico, risveglia dal torpore e ringiovanisce il più acciaccato degli anziani, è un canale di comunicazione verso parti segrete e memorie perdute. Ed in più, ci dice Campbell, cura.
Non cura come una medicina, ma come una terapia, fatta di respiri, vocalizzi, polmoni che si espandono, vibrazioni sonore che si riverberano nei nostri vuoti, di corpi che si liberano da gomitoli di voci soffocate per troppi anni e di cui avevamo ormai fatto l'abitudine. Se usata con sapienza e consapevolezza, la musica può rinforzare il sistema immunitario, può velocizzare i tempi di recupero dalle operazioni chirurgiche, può sciogliere gli stati d'ansia. La musica raccontata da Don Campbell non è solo fede nel mezzo sonoro, ma anche scienza e ricerca. Ci sono studi che dimostrano come le vibrazioni di alcuni strumenti musicali possano influenzare le cellule, come il suono aiuti le piante a crescere, come la musica possa camuffare le voci schizofreniche, come le canzoni favoriscano l'apprendimento linguistico e rendano l'ambiente lavorativo più confortevole. Campbell non è uno psicologo né uno scienziato, ma un musicista e in questo risiede contemporaneamente il punto di forza e di debolezza del suo saggio. Il punto di forza è dato dall'estrema scorrevolezza del volume, dal linguaggio semplice, dal suo preferire esempi e testimonianze ad un'astratta analisi teorica dell'argomento, dalla sua grande preparazione musicale, dall'enorme passione che trasuda da ogni parola e dalla sua fede incrollabile nella musica. Il tallone d'Achille è dato da una certa superficialità nell'esposizione teorica, dal citare ricerche che motivano le sue tesi senza indicare riferimenti che consentano al lettore un approfondimento, dall'assenza di dati statistici e dalla totale mancanza di una bibliografia che, per persone che hanno avuto accesso a numerosi saggi, può rendere la lettura un po' meno convincente, perché non estesamente supportata da solidi riferimenti scientifici. La sua stessa incrollabile fede, che lo porta a parlare con scienziati e santoni, straripa più volte nel misticismo, che depotenzia, in parte, il potente messaggio e sgretola la solidità della trattazione. Non basta infatti credere per rendere vero qualcosa. Anche se è vero. Ciò nonostante, l'Effetto Mozart è sicuramente ottimo per chi si approccia all'argomento per la prima volta poiché, grazie al suo taglio leggero e divulgativo, sarà in grado di stimolare la curiosità, ingolosire i palati e spingere il lettore a cercare testi più solidi ed impegnativi. L'effetto Mozart è quindi un libro propedeutico, che pecca talvolta di eccessiva leggerezza e di un entusiasmo che sfocia nella fede religiosa, ma capace di aprire domande, di spalancare le porte del mondo musicale come terapia del profondo, di affinare l'udito, di ascoltare (e ascoltarsi) più a fondo.

Duille

 

4 commenti:

  1. non è il genere di libro che mi ispira, ammetto

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    1. Ciao Patalice, grazie per la tua onestà. Sicuramente questo non è un genere di libro che stuzzica tutti i palati. Io, avendo scritto una tesi di laurea sui poteri inconsci della musica, ne sono stata subito incuriosita e devo dire che si è rivelata una lettura piacevole, anche se non strettamente scientifica. ^_^ Grazie per essere passata a lasciare la tua voce, mi ha fatto enormemente piacere!

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  2. Ciao:) In materia sono piuttosto ignorante, ma ammetto che mi hai molto incuriosita con questo libro. La musica, in effetti, è una parte importante della nostra vita, o comunque il suono. Non per nulla, credo che la stragrande maggioranza della gente non possa vivere senza musica. Che sia poi un'ottima terapia, lo credo assolutamente.
    Interessante questo post!

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    1. Ciao Virginia! Grazie per il commento! In effetti il tema musicale è intrigante sotto molteplici aspetti e che la musica e il suono in generale abbiano un potere curativo è risaputo. Trovare qualcuno che lo scriva nero su bianco e magari lo confermi con evidenze scientifiche, credo che renda tutto più vero e tangibile. Forse questo non è il libro che può dare le risposte definitive che cerchiamo in materia, ma sicuramente è un inizio e una prova che la musica può cambiare i mondi interni e, di conseguenza, quelli esterni. Se ti interessa un saggio leggero e poco impegnativo, te lo consiglio! ^_^

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Eccomi! Sono una scrittrice in erba, divoratrice di libri, sognatrice professionista e ansiosa sociale multicorazzata. Ho la fissa dei ricordi, la testa fin troppo tra le nuvole, interessi disordinati, un amore impossibile per gli alberi e una passione al limite del ridicolo per le serie tv. Ah, e le presentazioni non sono proprio il mio forte. Si vede?

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