domenica 2 giugno 2019

Elogio funebre a Midnight, Texas (i fiori da quella parte, grazie)

Siamo qui riuniti per celebrare la vita di Midnight, Texas, la cui breve esistenza, composta di sole due stagioni, è stata cancellata da un calo di ascolti tanto ignominioso quanto giustificabile. Midnight lascia la sua sorella maggiore True Blood, e altri fratelli minori che, per questioni di tempo e perché sinceramente ci interessa poco, non nomineremo ma saluteremo con la manina. 
Midnight, cari fratelli, era una serie oggettivamente brutta e questo non lo si può negare. Non dico che fosse un cesso a pedali, ma diciamo che più che rifulgere come una stella, luccicava come una flatulenza a cui era stato dato fuoco. Partiva da premesse che in passato si erano rivelate vincenti: voleva raccontare le avventure (o forse è più appropriato dire, le sfighe manzoniane) di una piccola cittadina texana in cui era concentrato un campionario di creature soprannaturali che non si vedeva dai tempi di Sunnydale, i quali, evidentemente trovando deliziose le strade non asfaltate che attentavano alla vita dei suoi abitanti a colpi di asma e le quattro catapecchie color paglia che sembravano uscite da un set abbandonato della Signora del West, avevano deciso di mettervi radici e trasferirvi residenza e rampolli. Vai a capirne i gusti. In questo pout-pourri c'era un po' di tutto, come un fritto misto di pesce: un angelo dall'atteggiamento hippy e dai muscoli degni di un culturista, maritato con un demone insapore e chiaramente presente solo in qualità di esponente del mondo LGBT, dato che non aveva né una sua indipendenza narrativa né una qualsivoglia personalità (se non quella di essere chiaramente gay), un vampiro dagli occhi di ghiaccio che si nutriva dell'energia delle persone (in altre parole, un asciugone), una sicaria con traumi infantili che aveva fatto proprio il detto di "bella e maledetta" e con un arsenale da guerra che da solo contribuiva al 2% del PIL mondiale, uno zingaro che vedeva i morti, tra cui la sua petulante nonnina dalla risata inquietante e dai consigli amorosi non richiesti, una strega potentissima ma stucchevolmente votata al bene, una tigre mannara (perché evidentemente i lupi sono diventati out mentre facevo la pausa gabinetto) e un manipolo di umanoidi dai nomi ridicoli che se la contendevano con i vari Polli e Palline mocciane (Creed, ad esempio, ma soprattutto Bobo...sì, Bobo). Eppure, di questa colorita popolazione di partenza, Midnight non ha mai saputo davvero cosa farsene. E questo perché Midnight era come un pilota di formula 1 su una Fiat Panda: aspirava alla velocità supersonica della macchina da corsa ma con la frizione gracchiante e il motore con l'asma. Il risultato erano trame col singhiozzo, colpi di scena buttati a caso e senza un vero contesto che, se non stavi attento, rischiavi ti interessassero tanto quanto indovinare il numero di fagioli dentro una boccia di vetro solo per la gloria. Come dimenticare ad esempio, la noiosissima dipartita del Reverendo, superata nel giro di uno starnuto dagli abitati del paesello e ancora in minor tempo dalla sottoscritta? 
Midnight, Texas aveva una sceneggiatura che sembrava scritta cinque minuti prima della messa in onda, con trame episodiche pronte ad evaporare nel giro dei quaranta minuti della puntata e trame stagionali lente come un ottantenne in farmacia, che si risvegliava verso gli ultimi due o tre episodi quando, forse ricordandosi di essere una serie urban fantasy DI AZIONE, iniziava a correre disperatamente per tirare le fila di un discorso inesistente con la stessa lucidità dello studente davanti al foglio bianco a cui si annuncia che mancano solo cinque minuti alla fine della prova. I risultati di questa frenesia pazza e senza idee erano finali di stagione banali e scontati quanto una brutta battuta da rimorchio in un locale scadente e che finivi col dimenticare appena partivano i titoli di coda. In base a ciò, molti potrebbero pensare che Midnight fosse una serie svogliata, ma non era così, perché lei ci provava davvero, a dare un senso a tutto questo ciarpame umano scritto con i piedi, ma era come un retino bucato: per quanto volesse acchiappare quelle farfalle, proprio non ci riusciva. Midnight era una brava serie ma non aveva il senso del pathos, né quello della tensione, se è per questo, e non iniziamo neanche a parlare della sua totale ignoranza del concetto di epicità. Era la Pimpa finita nel Signore degli Anelli, praticamente. Tentava di costruire elaborati colpi di scena, ma si dimenticava che il genere a cui apparteneva esisteva dai tempi di Mary Shelley e quindi finiva col riproporre ancora e ancora la stessa zuppa riscaldata che ormai era diventata prevedibile come il nerd scelto per ultimo durante l'ora di ginnastica. 
Il tutto era poi condito da questa imbarazzante mole di effetti speciali trash che sembravano usciti da un video amatoriale sviluppato su after effect da un undicenne (forse lo stesso nerd scelto per ultimo a ginnastica). Non dimenticherò mai la prima volta che vidi le maestose ali dell'angelo/hippy in CGI...mi rimarranno incollate sulla retina (e nei miei incubi) per sempre. Ma nonostante tutto questo, Midnight ci mancherà immensamente. E perché?, direte voi. In fondo è solo l'ennesima serie trash del nuovo millennio. E invece no. Midnight era molto più di questo perché aveva cuore. E una strana consapevolezza di ciò che era. Proprio come la flatulenza a cui si dà fuoco, che non si atteggia a lanciafiamme, così Midnight non si prendeva neanche lontanamente sul serio, e lei per prima mandava tutto in vacca con battute ridicole ma tenere, spingendo fino allo stremo certi estremismi creati solo per divertire, ed esagerando i toni riuscendo a non renderli mai fastidiosi. Alla fine, una serata con Midnight era sempre divertente, i suoi personaggi risultavano caricaturalmente simpatici (a parte Creek, che era inutile come una nutria morta in autostrada) e le piccole caratteristiche dei personaggi erano a loro modo sorprendenti e vivacizzanti. Midnight era la simpaticona a cui ti rivolgevi quando eri triste, era il giullare che ti tirava su di morale senza chiederti niente in cambio, era ignorante al punto giusto e non ti giudicava mai per scegliere il trash invece che qualcosa che avesse davvero senso guardare. Soprattutto, Midnight ti salvava dal vero trash, quello cattivo, puzzolente e incurabile di certi teen drama fantasy che, oltre ad essere scritti con Google Translate, si atteggiano anche a futuri classici del genere. Midnight, col suo gusto un po' kitsch e le sue trame scontate ma divertenti, invece, salvava la nostra dignità di spettatori e ci permetteva di guardarci allo specchio senza provare vergogna. Midnight era il guilty pleasure di cui, in fondo, non ti pentivi mai. Come le patatine del discount. Quelle sono buone sempre. E oggi, in questo triste giorno, ti celebriamo, Midnight, per averci lasciati troppo presto, per essere stata buona con noi scegliendo di concludere le trame di ogni stagione invece di lasciarle aperte, ti ringraziamo per aver misericordiosamente scelto cliffhangers conclusivi di cui, in fondo, non ce ne fregava niente, rendendo così il nostro cuore meno pesante nel salutarti. 
Grazie Midnight.
Te s'è voluto bene. 
Duille

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Eccomi! Sono una scrittrice in erba, divoratrice di libri, sognatrice professionista e ansiosa sociale multicorazzata. Ho la fissa dei ricordi, la testa fin troppo tra le nuvole, interessi disordinati, un amore impossibile per gli alberi e una passione al limite del ridicolo per le serie tv. Ah, e le presentazioni non sono proprio il mio forte. Si vede?

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