domenica 1 maggio 2016

Spade, trincee e livelle

Ci sono giorni in cui l'ansia mi pesa tantissimo, più o meno come se portassi sulle spalle un pianoforte a coda in acciaio inox infarcito di panini con porchetta. Dovete sapere che per un ansioso sociale in fase di guarigione come lo sono io (o come almeno spero di essere), è essenziale mantenere un'omeostasi interna ottimale. Non si deve muovere neanche uno spillo, dobbiamo essere imperturbabili come un santone indiano in levitazione. 
Immaginateci come delle specie di artigiani emotivi che passano le loro giornate a controllare la bollicina d'aria della loro livella interiore, monitorando, verificando, registrando e intervenendo su ogni movimento verso gli estremi di quella sferetta d'aria che, da sola, definirà la nostra giornata come una discesa nell'Inferno o una salita in Paradiso. Gli spostamenti, infatti, implicano sempre un cambiamento degli equilibri che andrà a scompaginare il nostro già fragile ecosistema interno e, soprattutto, il rapporto con il nostro piccolo Gremlin personale, che non aspetta altro che un nostro momento di debolezza per iniziare la colonizzazione in pieno stile Hernan Cortez. Se la bollicina d'aria si sposta verso sinistra, significa che saremo in un momento di grazia, una specie di intossicazione da felicità che ci renderà molto vivaci e meno terrorizzati del solito, più simili al Doug di Up e meno a Leone il cane fifone, per intenderci. Saremo scodinzolanti, con occhioni felici da impasticcati vecchia scuola e per un po' dimenticheremo di essere fatti della stessa sostanza con cui sono fatti i fili dell'elettricità. Se la livella invece indica un brusco spostamento a destra, beh, lì iniziano i guai grossi. Perché se gli stati euforici possono provocarci rimproveri a posteriori per essere stati troppo avventati nell'esprimerci, gli stati depressivi sono paragonabili all'alimentare il Gremlin dopo mezzanotte con cucchiai di steroidi. La nostra ansia si pompa fino a raggiungere livelli da Action Man ed è pronta a gonfiarci di botte in stile Hulk Hogan. Ciò esigerà l'intervento del nostro supereroe personale, quel Medioman con dentiera e reumatismi che ci è stato fornito col pacchetto di benvenuto nel mondo insieme alle mentine e al paio di mutande di scorta. Quando stiamo male, qualunque sia il motivo che ha scatenato il nostro disagio, diventiamo soldati in trincea, ed ogni nuovo giorno è una riedizione della Grande guerra, che inizia appena apriamo gli occhi e, nel migliore dei casi, che si conclude solo quando ci perdiamo nuovamente tra le braccia di Morfeo. 
Appena ci svegliamo, vediamo il Gremlin seduto sul cuscino che sorseggia un caffè; mentre ci guardiamo allo specchio considerando la possibilità di convertirci all'Islam solo per poter indossare il burqa, lui è lì che ci mostra le cicatrici di anni di lotte adolescenziali con i brufoli, unico vero residuo dello splendore della giovinezza; mentre ci vestiamo in tonalità mimetica, è lì a passarci il dolcevita più anonimo che possa esistere; mentre camminiamo per strada verso l'autobus, ci si appollaia sulla testa facendoci abbassare lo sguardo neanche fossimo studenti in attesa mentre la professoressa scorre il dito sul registro per decidere chi interrogare. Passiamo da momenti in cui avanziamo su spiagge minate, di trincea in trincea, con le pallottole che fischiano vicino alle orecchie ad ogni nostro passo falso, a momenti di ritorno all'epoca settecentesca, con veri e propri incontri vis a vis con la nostra avversaria. A quel punto diventa tutto un gioco di scherma, un continuo duello all'ultimo sangue tra due Highlanders, in cui si uccide e si viene uccisi, per poi rialzarsi sanguinanti e ricominciare un nuovo duello, magari davanti ad un bar in cui si sta decidendo se entrare o meno. Affondo, schivata, parata, la nostra giornata è fatta di sibili di spada che ci tagliano una guancia, di stridii di lame che si scontrano, di carne trafitta e di dolorosi squarci che ci fanno sanguinare. A fine giornata, ci curiamo le ferite come gatti usciti da una rissa, ci bendiamo, ci rattoppiamo i buchi e ci riposiamo aspettando i nuovi duelli al sorgere del sole o la nuova estenuante attesa dentro la trincea. Ecco perché controllare e riequilibrare la nostra livella interiore è così importante, perché lei, come un infallibile esperto di scommesse, definirà le probabilità della nostra vittoria e la percentuale delle nostre sconfitte. E vi assicuro, non vorreste mai essere nella posizione di chi perde dieci volte su undici. 
Duille    



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Eccomi! Sono una scrittrice in erba, divoratrice di libri, sognatrice professionista e ansiosa sociale multicorazzata. Ho la fissa dei ricordi, la testa fin troppo tra le nuvole, interessi disordinati, un amore impossibile per gli alberi e una passione al limite del ridicolo per le serie tv. Ah, e le presentazioni non sono proprio il mio forte. Si vede?

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