domenica 21 agosto 2016

Lettera ai creatori di orrori

Cari sceneggiatori, produttori e registi di film horror,
vorrei farvi una domanda: siete consapevoli del potere che avete tra le vostre mani? Sicuramente sapete che uno solo dei vostri prodotti può condizionare l'immaginario collettivo di intere generazioni, lo avete toccato con mano con serie come Nightmare o The Ring, ma sapete perché riuscite ad avere un tale impatto? Perché siete un genere di intrattenimento, come una panna cotta dopo una bella mangiata per intenderci, un genere che attira soprattutto un pubblico adolescente.
Sì, proprio loro, quei ragazzetti brufolosi e dalla risata da iena che affollano le sale cinematografiche e che lasciano così tanti popcorn sul pavimento da dare l'impressione che ci abbiano sguazzato, dentro il contenitore. Proprio loro che, tra l'altro, saranno gli adulti di domani. Tra loro potrebbe esserci il prossimo presidente del consiglio o il futuro capo della polizia, ma anche l'insegnante di vostro nipote. Iniziate a capire di che genere di potere parlo? Il potere di influenzare divertendo, di essere il vecchietto sulla panchina che lancia briciole di pane ai piccioni nella speranza che qualcuno di loro diventi una versione aviaria di Ratatouille. Adesso, molti di voi questo potere l'hanno capito in pieno e lo hanno sfruttato egregiamente (parlo anche di te Scott Derrickson), ma invece voi altri che non avete voglia di assumervi questa responsabilità e che continuate semplicemente ad ingrassare i piccioni, potreste almeno limitarvi a fare intrattenimento e non farla così olimpionicamente fuori dal vaso andando a mettere le mani in cose che non vi competono e che, soprattutto, sembra non conosciate affatto? E se proprio volete colorare fuori dai margini, potreste almeno documentarvi per bene? Potete accendere per un secondo l'intero sistema neurale e ragionare sulle cose prima di scriverle e/o approvarle?  
No, perché io sono davvero stufa di assistere a questo abuso dei disturbi psichici, sono stufa di vederli associati a gente che fa patti con il diavolo, che si improvvisa strega o che nel tempo libero smembra ignari viandanti senza motivo. Ragazzi, il manuale di psichiatria non è un bestiario di animali fantastici da cui attingere per ispirarsi. Qui si parla di disturbi veri, che consumano fazzoletti, aprono voragini di dolore e che frantumano le speranze peggio di un video di Miley Cyrus! Non capisco se il vostro sia un problema di onnipotenza, di egoismo o di superficialità. Prendiamo un esempio a caso: quello scempio di Friend Request uscito pochi mesi fa. E parliamo direttamente con te, sceneggiatore di quel film. Cosa cavolo ti sei fumato quando hai deciso che appioppare la tricotillomania all'antagonista del film fosse una buona idea? Credevi che vedere una tizia che si strappava compulsivamente i capelli avrebbe reso il personaggio più inquietante? Credevi che la gente si sarebbe spaventata di più? Bravo, missione compiuta! Ma mentre ti facevi orgogliosamente pat-pat sulla spalla, hai pensato che forse, e dico forse, esistono persone che soffrono realmente di questo disturbo? Mentre ti regalavi una ciambella-premio per la tua "genialità", hai pensato che queste persone vivono già in una società in cui tutto ciò che non si capisce deve essere demolito/allontanato/denigrato? Era davvero necessario che tu mettessi altra benzina sul fuoco? E mentre mosso da questo moto di ispirazione, scrivevi della povera Marina che si strappava i capelli davanti al computer, hai pensato di leggere, anche solo di sfuggita, se non il DSM-V, almeno la pagina di Wikipedia? Perché, nel caso tu non lo sapessi, la tricotillomania è un disturbo OSSESSIVO-COMPULSIVO.
Sai cos'è un disturbo compulsivo? La sensazione di dover fare una determinata cosa per placare uno stato di ansia delle proporzioni di uno tsunami di marshmallow fuso. E' un obbligo. Non c'è scelta. Pena la morte per ustione. E' una costrizione a cui non si può sfuggire, che non si può nascondere, che condiziona la vita e che espone continuamente allo sguardo delle altre persone. Uno sguardo che, tra l'altro, difficilmente è comprensivo. E poi, aggiungiamo danno al danno: hai scelto un disturbo che colpisce soprattutto bambini e adolescenti? Ma bravo! Questo sì che ti rende un eroe! Qualcuno dica alla Marvel di inserirlo subito nel team degli Avengers! Ma a cosa pensavi? Perché non mi dire che credevi davvero che le persone affette da questo disturbo avrebbero gradito la tua improvvisata! Credevi forse che si sarebbero sentite importanti perché nominati nel tuo film? E soprattutto, sei così ingenuo da credere che la gente che invece non ha questo disturbo si sarebbe intenerita o avrebbe sfruttato il film per riflettere su questa patologia? O forse, non so, dico per dire, avrebbe fatto la più evidente e indotta associazione "tizia che si strappa i capelli = pazza furiosa da internare e buttare la chiave"? Perché ricordiamolo, hai descritto Marina come una squilibrata aspirante strega che, dopo essere stata rifiutata dalla protagonista appena conosciuta, ha pensato bene di suicidarsi davanti ad uno specchio nero per poi, da morta, indurre al suicidio tutti i suoi amici. Ma a questo punto, perché fermarci qui? Perché non fare un film in cui i malvagi aiutanti di Satana sono nani, focomelici o gemelli siamesi? Ah, no, scusa, quelli erano i freak shows! Ed è immorale e di pessimo gusto proporre un horror popolato da persone normali la cui unica colpa, se tale la vogliamo chiamare, è quella di essere portatrice di alterazioni genetiche, giusto? Potrebbe far venire strane idee razziste alla gente, vero? Va beh, ma chi ha bisogno di persone con patologie fisiche se abbiamo questo campionario umano di disagiati mentali da infilare in modo pretestuoso in film d'intrattenimento? E allora spazio alla sindrome di Tourette, alla coprolalia, alla psicosi, alla sindrome di Fregoli e a quella di Cotard e non dimentichiamoci l'autolesionismo, che fa sempre scena! E poi l'anoressia nervosa, la schizofrenia e perché no, anche l'autismo! 
Guarda, se vuoi ti do il permesso di metterci anche l'ansia sociale! In fondo la nostra è una vita che va già così alla grande, avremmo giusto bisogno dei nostri quindici minuti di notorietà. Sai, per brillare! Quindi, fammi un favore, se non sai gestire tematiche di tale portata, come invece altri tuoi colleghi sanno fare, rinuncia, rinuncia e focalizzati sulle bestie demoniache, fai qualcosa di tradizionale, come The Conjuring, resta nel classico che fa sempre la sua porca figura e non fa danni, se non qualche notte insonne. Basta con questa leggerezza nell'inserire situazioni di dolore psichico come pretesti fini a se stessi per fare drizzare i peli delle braccia, basta con questa superficialità da ragazzini delle medie che non fanno altro che inacidire stupidi pregiudizi sociali! Un po' di coscienza, santo cielo! O almeno, un po' di logica! Che senso potrà mai avere, infatti, associare un disturbo mentale ad una realtà che è così irrealistica da essere definita PARAnormale e SOPRAnnaturale? Non solo si ridicolizza la patologia mentale, la si appiattisce e la si da' in pasto alla pubblica gogna, ma la si associa a situazioni scientificamente inspiegabili come fantasmi, oggetti che volano, presenze demoniache e possessioni! La si rende doppiamente pericolosa perché non solo è folle, non solo danneggia l'altro, ma viene presentata come una cosa di cui avere paura perché incontrollabile e inconoscibile, esattamente l'opposto di ciò che si dovrebbe fare! Si alimenta la sensazione di non sapere e si favorisce la regressione allo stesso pensiero medievale che ha prodotto fenomeni come l'apartheid, il razzismo e, appunto i freak shows! Quindi per favore, tu e tutti quelli che come te vogliono fare soldi, li facciano pure, ma non a discapito di chi davvero soffre. A meno che, certo, tu non voglia davvero entrare a far parte di quel campionario di mostri che popolano i film dell'orrore. Chissà, magari ne verrebbe fuori un bel lungometraggio.
Cordiali saluti,

Duille

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Eccomi! Sono una scrittrice in erba, divoratrice di libri, sognatrice professionista e ansiosa sociale multicorazzata. Ho la fissa dei ricordi, la testa fin troppo tra le nuvole, interessi disordinati, un amore impossibile per gli alberi e una passione al limite del ridicolo per le serie tv. Ah, e le presentazioni non sono proprio il mio forte. Si vede?

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