lunedì 10 luglio 2017

La fine e l'inizio

La fine e l'inizio. Due parole che vengono sempre insieme e che definiscono una linea di confine netta, drastica, tra ciò che è improvvisamente diventato un "fu" e ciò che è gravido di un misterioso "sarà". E nel mezzo, nessun presente.
Solo il movimento di una pagina che si volta, e noi sull'orlo sottilissimo di quella carta, tentando di tenerci in equilibrio almeno il tempo necessario. Col fiato sospeso, come tutto il nostro essere, come il nostro destino. La fine spezza un presente finora esteso come la superficie dell'oceano, scoprendone i bordi scivolosi da cui siamo costretti a cadere, e inspiegabilmente condensa l'adesso in una manciata di parole già passate su un diario da riaprire tra qualche tempo, a data da destinarsi, magari in un momento di nostalgia per la gioventù che fu. Inspiegabilmente, la fine ci lancia nel passato. Senza che neanche ce ne fossimo accorti. In un battito di ciglia, siamo già nel ricordo. La fine ci riassume simbolicamente in un maglione vecchio improvvisamente infeltritosi e lasciato in un cassetto. Un'identità archiviata troppo presto e di cui resta lo strappo sulla pelle e una ruga in più sulla coda dell'occhio. Soprattutto, la fine trasforma il futuro di cui eravamo certi in un condizionale malinconico, dal sapore portoghese, che ci scruta dallo specchio in un riflesso sfocato del se fosse, del se fossi. L'inizio, invece, è l'incognita, è il buio di un sipario ancora calato, è il suono denso di attesa degli strumenti che si accordano, è il non ancora nato. E' l'inizio del resto della vita, ad un solo respiro di distanza. L'inizio fa paura perché non promette garanzie. Sarà un buon inizio? O un groviglio di cavi in cui ci perderemo, immobilizzandoci , stavolta, in un presente senza futuro? Resteremo inchiodati sul capolettera di quella nuova pagina fino alla prossima, inevitabile fine? O troveremo una nuova identità che ci completerà ed in cui intrecciare le antiche radici? L'inizio parte, si lancia, apre, impone una ricostruzione da capo, una levigatura per entrare nei nuovi confini, un battito accordato alla nuova melodia e lo sguardo riposizionato alla giusta altezza. La fine conclude, estingue, archivia, saluta una parte di vita e una parte di sé, spinge ad una rincorsa all'indietro, tentando di afferrare quell'ultimo alito di fumo, indugiando sulla porta, ancora un istante, solo per dare un ultimo sguardo a ciò che pensavamo ci sarebbe appartenuto per sempre e che ora già si annacqua come un bel paesaggio visto da una finestra piovosa.  La fine ci svuota e l'inizio ci riempie, anche se non so bene di cosa. La fine ci abbandona e l'inizio ci accoglie, anche se non so bene come. La fine è lo ieri e l'inizio il domani. In fondo, l'inizio ha sempre una fine e ogni fine ha un inizio. La fine, in realtà, sfuma nell'inizio, come la spiaggia sfuma nel mare. La fine, quindi, è l'inizio.

Duille






8 commenti:

  1. È sempre una magia leggerti ❤❤❤

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  2. Un confine molto labile. La fine altro non è che un nuovo inizio.

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    1. E' proprio vero. Solo che a volte ce ne dimentichiamo! ;)

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  3. Ciao Duille, ti ho assegnato un premio :)
    per vederlo passa da me, questo è il link: http://tantononimporta.blogspot.it/2017/07/liebster-award-2017.html

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    1. Grazie Julia! Sei stata carinissima a nominarmi! <3 <3 <3

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Eccomi! Sono una scrittrice in erba, divoratrice di libri, sognatrice professionista e ansiosa sociale multicorazzata. Ho la fissa dei ricordi, la testa fin troppo tra le nuvole, interessi disordinati, un amore impossibile per gli alberi e una passione al limite del ridicolo per le serie tv. Ah, e le presentazioni non sono proprio il mio forte. Si vede?

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