lunedì 7 agosto 2017

L'estate (troppo) addosso

Le mie estati, da un po' di anni a questa parte, sono caratterizzate sempre dalla stessa fissazione: l'ossessivo controllo del meteo. Lo consulto sul cellulare, lo adocchio dal computer, lo attendo sul telegiornale con il pathos di un cittadino davanti alle ultime notizie di guerra. Se nei thriller il protagonista tendeva l'orecchio cercando di captare i passi felpati dell'assassino di turno, io tendo l'occhio, in cerca di quella chiazza rosso vivo, quella voglia rubino che si allarga sulla cartina europea come una macchia di olio sulla maglietta preferita, e che annuncia la fine della voglia di vivere e, naturalmente, l'evaporazione della mia pressione sanguigna.
La guerra dei mondi inizia con l'arrivo del terribile, sadico Anticiclone, atteso come la visita della suocera con cui non vai d'accordo e traumatizzante quanto la scoperta del primo capello bianco. Il terrorismo psicologico, volto a gettarci nel panico ancor prima del suo arrivo, non è dato solo dal colorito incandescente che vediamo nello schermo, ma anche dal nome che masochisticamente diamo loro. Così, giusto per stemperare. Nomi bellicosi, come Scipione o Hannibal, carico di promesse di una morte lenta e dolorosa, ma anche nomi biblici, come Caronte o Lucifero, che ci catapultano in un ricordo scolastico fatto di complesse traduzioni di certe terzine incatenate disposte sui nostri libri in colonnine ordinate e severe. Dante non lo sapeva, ma ha contribuito non poco alla meteorologia del nuovo millennio, almeno dal punto di vista anagrafico. I vari Caronte e Minosse ci forniscono un assaggio di Inferno, ci regalano una simulazione realistica dell'esperienza della faraona nel forno, ci omaggiano degli aspetti meno piacevoli della vita nel deserto senza la controparte esotica. E' semplicemente il Sahara che apre un temporary shop abusivo sulla nostra testa senza che noi possiamo farci niente. Loro arrivano, si piazzano e ci devastano con la loro calorifera presenza, regalandoci un'estate che ci sta decisamente troppo addosso e unendo l'umanità in un unico, prolungato gemito di dolore, stranamente simile al verso di una capra. Non solo. Gli anticicloni ci riportano alle origini della specie, prima dei mammiferi e degli anfibi, all'epoca dei pesci, rendendoci brutte ma forse più realistiche sirene con gli occhi a palla, boccheggiamenti pieni di parole mute (imprecazioni mute), pelle lucida e maleodoranti profumi di disperazione davanti all'ennesima sveglia a base di raggi solari. Gli anticicloni ci decostruiscono, ci spogliano delle architetture sociali restituendoci animali privi di trucchi scenici per affascinare, senza messe in piega ordinanti, senza biglietti da visita indossabili. Solo il muto grido del bisonte accaldato in cerca della pozza d'acqua ghiacciata che, nel nostro caso, è rappresentato dalla confluenza nei centri commerciali.
Tanti fenicotteri rosa starnazzanti nello stesso spazio, una scelta a cui ci pieghiamo volentieri, in nome del Santo Graal estivo, l'aria condizionata. Tutto per evitare quella situazione di disidratazione costante a cui i vari Scipioni ci costringono. Gli anticicloni infatti ci rendono rubinetti che perdono: personalmente, tutto quello che, in questo periodo, immetto nella bocca, lo espello subito dopo attraverso i pori disseminati lungo il corpo, pori di cui tra l'altro ignoravo l'esistenza fino a questo momento. L'anticiclone quindi fa lo smargiasso insegnandoci la biologia a colpi di esempi, mostrandoci la ghirlanda di sudore che ci ricopre avambracci, gambe, colli, fronti, come fossimo birre appena uscite dal fiume, salvo poi ricordarci che tutto questo mosaico liquido che imperla il corpo non è solo acqua. Magari lo fosse. No, noi non siamo birre uscite da un ruscello di montagna, ma pesci lasciati troppo tempo fuori dal frigo. Ed infatti presto, troppo presto, tutta la pelle si ricopre di uno strato di colla di pesce, caramello che si appiccica a tutto quello che -maledizione!- tocchiamo e ci rende carta moschicida di noi stessi. Ci sciogliamo, ci appiccichiamo dolorosamente alle pareti, alle sedie, ai pavimenti su cui tentiamo un disperato refrigerio e alla nostra stessa pelle, naturalmente, con un effetto esfoliante decisamente non voluto. E poi, naturalmente, dopo giorni tutti uguali di arsura, miraggi e rituali pagani per invocare invano la pioggia, subentra l'irritazione verso il mondo tutto che, con la sua sola presenza respirante, traspirante, semovente, produce nuovo calore. E così l'anticiclone dal nome bellicoso si incarna in noi, rendendoci a nostra volta Minossi, Caronti, Scipioni, Luciferi, e spingendoci facilmente al pensiero omicida anche per il posto rubato alla fila della posta. Diventiamo teste calde perché abbiamo la testa calda. E questo perché l'anticiclone scioglie tutto con la sua fiamma ossidrica, anche la distanza tra letterale e simbolico. Semplicemente, tutto si fonde insieme, come il tempo, che diventa un colloso presente senza fine né inizio. Come il giorno e la notte, che sono solo un cambiamento di luce in questo sottomarino di afa. Morale della favola quindi, l'anticiclone è un viaggio indesiderato nel deserto dei Tartari, la fine del mondo così come lo conosciamo e l'inizio di una versione meteorologica di Hellraiser. E dato che la situazione non andrà migliorando di anno in anno, speriamo almeno che, una volta finiti i nomi storico/biblici, l'ufficio anagrafe climatico inizi a dare nomi più interessanti a queste succhiavita aeree. Almeno ci potremmo consolare sapendo che stiamo morendo per mano di Sauron, Voldemort, Il Nulla, Miss Coultier, Grindewald, Smaug o il Demogorgone. Se non altro, il mio lato nerd sarebbe soddisfatto.  
Duille

4 commenti:

  1. Ciao Duille ❤
    Hai proprio ragione, questo caldo non lascia scampo!
    Di giorno si suda un sacco e di notte non si riesce nemmeno a riposare bene. Per fortuna c'è l'amato condizionatore, che ci fa sopravvivere a queste giornate nel deserto italiano - per non parlare della Pianura Padana, potrebbero darle il nome di un girone dell'Inferno dantesco!
    Ogni mattina mi sveglio e prego per un bel temporale, anche di qualche giorno, ma purtroppo non è ancora successo niente...

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    1. Ah, l'aria condizionata...magari l'avessi! Io vado avanti a ventilatori sparati direttamente in faccia, ma che riescono solo ad asciugarmi i capelli perché, dannazione, TIRANO ARIA CALDA!!! Come cavolo è possibile? Allora davvero, l'unica soluzione è peregrinare fino al più vicino centro commerciale, dove puoi refrigerarti senza che nessuno ti faccia storie. Che vitaccia, quella del padano estivo! :D

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  2. Insomma fa caldo. XD
    Rispetto a molti altri sono una persona molto fortunata, perché la mia casa è dotata di condizionatori e dunque non sono costretta al rifugio nei centri commerciali (cosa che peraltro per me sarebbe molto faticosa, zoppicando ancora munita di stampelle a causa di un infortunio). Non essendo costretta ad uscire, a parte per fare fisioterapia, me la sto cavando piuttosto bene e mi limito a soffrire per tutti coloro che, invece, non hanno scelta e boccheggiano da mattina a sera, notte compresa.
    Mi lasciano sempre un po' perplessa i nomi altisonanti che scelgono per questi anticicloni e nonostante il terrore che intendono suscitare, credo facciano abbastanza ridere. A differenza di te però il meteo non l'ho mai consultato in vita mia e anzi lo trovo noiosissimo XD le notizie climatiche mi vengono prontamente riferite da mia nonna quando nel tardo pomeriggio esco sul balcone (lei abita sotto di me), che inveisce contro i meteorologi: altro che ambasciator non porta pena!

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    1. Capisco tua nonna! Anche io inveisco contro i meteorologi, contro il tempo e contro l'imprecisione con cui tutti si approcciano a questa tragedia naturale che è l'estate! Devo dire però che la mia ossessione meteorologica è limitata all'estate. In inverno non mi avvicino nemmeno all'ombra di una previsione meteo! E' la sofferenza che mi rende momentaneamente folle e succube di queste previsioni da santoni! :D Ma un giorno anche io avrò l'aria condizionata e a giugno aprirò la porta di casa mia, farò il gesto dell'ombrello al cielo e sparirò nelle viscere della mia dimora per uscirne solo a Settembre inoltrato. ^_^

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Eccomi! Sono una scrittrice in erba, divoratrice di libri, sognatrice professionista e ansiosa sociale multicorazzata. Ho la fissa dei ricordi, la testa fin troppo tra le nuvole, interessi disordinati, un amore impossibile per gli alberi e una passione al limite del ridicolo per le serie tv. Ah, e le presentazioni non sono proprio il mio forte. Si vede?

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