domenica 27 aprile 2014

Maledetta ambivalenza!

L'ambivalenza è definita dalla Treccani come "il carattere o la proprietà di ciò che si presenta sotto due aspetti diversi". La mia definizione di ambivalenza è più una cosa del genere: 

"voglio assolutamente non volere" 
"Ma che dici? Tu non vuoi volere non volere! Saresti idiota se fosse così!"
"No, no! Ti assicuro che è proprio così: voglio non volere!"
"quindi vuoi non volere il volere?" 
"Esattamente"
"Per esempio, vuoi non volere la voglia di volere un gelato?"
"il concetto è quello." 
"..."
"...."
"Lo sai vero che è una cosa da pazzi?"
"Ehi, se una voce nella mia testa, non giudicarmi!"
"Ah, vuoi che io non voglia giudicarti? O in realtà vuoi non volere che io voglia giudicarti?"
"Ma che cavolo stai dicendo? Tu sei tutta scema!"

"TU sei tutta scema! Io sono nella tua testa, ricordi? Sono il tuo lato sano, quello che non dice cretinate tipo "voglio non volere!!!! "
"Sarà, ma sei anche terribilmente tediosa! Lasciami sola a crogiolarmi nel mio cinismo, per favore!"
"Va beh, vado a farmi una partita a ruzzle, chiamami quando hai ritrovato il senno!"
"Vorrei ricordarti che sei tu il mio senno!"
"Ah, giusto! Beh, allora...auguri!"

Certo, il fatto che nella mia mente ci siano due vocine che litigano praticamente ad ogni ora del giorno mi dovrebbe preoccupare di più di un po' di sana ambivalenza, ma, che volete, ognuno ha le sue priorità. 
Quindi, ambivalenza. La madre delle indecisioni, dei mal di pancia cronici, del sudore sulle mani, dello "gli scrivo o non gli scrivo?" Ma in persone come me, patologicamente ansiose, l'ambivalenza è uno stile di vita. Facciamo un semplice esempio. Devo andare ad una festa di compleanno. Vado o non vado? E se poi mi trovo male? e se dico qualcosa di stupido? O peggio, se cado in uno dei miei mutismi e la mente mi diventa una radura in cui pascolano solo mucche? Insomma, una mucca non è un asso in quanto ad argomenti di conversazione. E non ho ancora pensato a cosa mettermi...troppo elegante? troppo casual? Bah, lasciamo perdere, mi infilo nel mio morbido pigiama e mi faccio una bella maratona di The Big Bang Theory! Shelly non potrà certo farmi sentire male! E' più disadattato di me!  
Il problema è che, di solito, mentre mi crogiolo in questo sogno distruggiretina,  quella maledetta parte sana di me, (per intenderci, quella che mi ha dato della scema nel dialogo di prima), quella parte appunto, salta fuori per ricordarmi che avrò tempo per le serie tv quando sarò vecchia, avrò la pelle caduta e i piedi troppo gonfi per muovere un passo senza il deambulatore. Ora devo andare alla festa! Sarà divertente, ci saranno gli amici e poi, ho un sacco di argomenti di conversazione! Le mucche staranno nel loro stanzino! Basta solo rilassarsi un pochino! Niente di più facile! 
NIENTE DI PIU' FACILE? A volte mi chiedo se la mia parte sana lavori part-time! Già compare solo ed esclusivamente nei momenti meno opportuni, ma sgancia pure consigli che non troverei nemmeno nel manualetto delle Witch! Insomma, rilassarsi è la cosa che mi riesce meno bene! Fare da tappezzeria è il mio superpotere! Sono la migliore carta da parati in assoluto! Ma di certo, non una conversatrice/intrattenitrice!!! E di solito a questo punto scatta il duello: le spade laser si accendono, gli sguardi si fanno feroci, i denti digrignano e poi, parte la più violenta battaglia di battute mai vista, anche a Melèe Island! Volano frasi sensate da un lato, e attacchi di panico dall'altro, in un turbine di emozioni, parole e schiaffoni vocali che fanno ribaltare il mio povero cuore e strizzare il mio stomaco neanche fosse uno straccio vecchio! E alla fine, quando il mio lato ansioso comincia a girare su se stesso urlando, la partita si conclude con una stanchezza tale che l'unica è mettersi a letto per una settimana. Naturalmente, con un amaro in bocca da paura! Perchè sapete qual'è la cosa più bella dell'ambivalenza? Non sono le lunghe discussioni botta e risposta tra il lato ansioso e quello razionale e non sono neanche i torciglioni allo stomaco o le occhiaie che potrebbero contenere un lago. No, è il senso di insoddisfazione, fastidio e frustrazione che ti assale, qualsiasi scelta tu faccia. Questo è il regalo più bello, delizioso dell'ambivalenza: sarai infelice, qualsiasi cosa tu scelga.


Duille


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Eccomi! Sono una scrittrice in erba, divoratrice di libri, sognatrice professionista e ansiosa sociale multicorazzata. Ho la fissa dei ricordi, la testa fin troppo tra le nuvole, interessi disordinati, un amore impossibile per gli alberi e una passione al limite del ridicolo per le serie tv. Ah, e le presentazioni non sono proprio il mio forte. Si vede?

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