lunedì 5 gennaio 2015

Pochi grammi di coraggio

La fine di un anno ci lascia con il bilancio di quanto abbiamo fatto - o non fatto - in quei 365 giorni. Facciamo i conti con i successi ottenuti e con quanto non siamo riusciti a realizzare. E, come sempre, ci ripromettiamo che nell'anno nuovo volteremo pagina, taglieremo la zazzera di insicurezze e diventeremo le superstar a cui siamo destinate. La dodicenne del nostro passato sarà fiera di noi, perché quest'anno spaccheremo! Ed è così che ci ritroviamo a fare la nostra lunghissima lista di buoni propositi, per motivarci ed iniziare con lo sprint giusto il nuovo anno. Abbiamo 365 giorni nuovi di zecca da riempire della nostra effervescente personalità. Il problema dei buoni propositi è però sempre lo stesso: spesso rimangono tali, piccole paroline di inchiostro su un foglio di carta che, nel migliore dei casi, perderemo dopo un paio di settimane e nel peggiore ci perseguiteranno come il miglior fantasma certificato dagli zii di Casper.
In fondo, diciamocelo, sembra che pianificare il futuro non sia mai stata garanzia di successo nella vita, no? Decidiamo che quest'anno mangeremo più sano, più verdure e meno schifezze e due giorni dopo scopriamo che è arrivata la befana e ci ha lasciato la calza più grassa, zuccherosa e peccaminosa mai vista, tanto che la nostra lista dei buoni propositi comincia già a sudare freddo. Ci riproponiamo di fare più ginnastica all'aria aperta ed ecco che di colpo compriamo un divano nuovo di zecca, ancora tutto da plasmare con le nostre forme morbide, rispettando i dettami del nostro nuovo sensei, Sheldon Cooper. E poi ci sono le persone come me, che convivono con quella simpatica canaglia dell'ansia sociale. Io ho imparato presto che i buoni propositi nel nostro caso non solo sono inutili, ma addirittura nocivi, per almeno due motivi: 
1- la nostra lista dei buoni propositi di solito è piuttosto triste e deprimente, con frasi del tipo "berrò un caffè da sola in un bar" oppure "non mi affamerò più per imbarazzo". Converrete con me che non è il massimo iniziare l'anno nuovo ricordandoci che la pazzia ci accompagna allegramente durante la notte di San Silvestro indossando il cappellino con gli strass e sventolando lumini brillanti. A volte invece, proprio per non cadere nel grigiume di propositi che ci facciano sentire ancora più sfigate di quanto non siamo, ci lanciamo in voli pindarici proponendoci imprese impossibili, del tipo "diventerò più socievole", "sarò meno giudicante verso me stessa", o addirittura "avrò meno paura". Tanto vale farla proprio fuori dal vaso e dire "diventerò la nuova padrona dell'universo" e non se ne parli più. 
2- Qualunque sia la lista dei buoni propositi, un ansioso sociale difficilmente la rispetterà. Basterà che la nostra amica ansia sociale faccia un salto portando biscottini alla fifa e croissant alla doppia insicurezza per farci distruggere tutti i nostri bei sogni dorati. Useremo la lista dei buoni propositi per soffiarci il naso dopo la prima violenta crisi di pianto dell'anno e ci dedicheremo subito alla nostra attività preferita: crogiolarci nel nostro dolore sentendoci delle fallite incomprese (infrangendo così il primo dettame della nostra lista ormai ricettacolo di germi) e fantasticando sulla possibilità di far carriera come monaca di clausura.


Quindi potete capire il mio scetticismo riguardo a queste liste improbabili. Ma nonostante ciò non sono certo immune al fascino di rinnovamento del nuovo anno. Semplicemente ho deciso di non iniziare un anno facendo la lista delle cose che dovrei cambiare nella mia vita. Insomma, mi sembra che ciascuno di noi sappia molto bene ciò che non va nella propria vita, non abbiamo bisogno di infierire ulteriormente scrivendolo nero su bianco infiocchettando il tutto di gloria propositiva. Vogliamoci un po' bene e lasciamolo nella nebulosa della nostra mente, a popolare piccole silent hill personali. E direi che sarebbe anche inutile filosofeggiare sul senso della vita scrivendo liste che inneggiano ad assaporare la semplicità delle cose, a prendersi del tempo per sè o ricordarsi di essere riconoscente di ciò che abbiamo. Anche quelle sono cose che abbiamo a mente tutti i giorni, semplicemente tendiamo a spedire anche loro a Silent Hill quando arriva il momento di applicarle. In fondo, chi ha voglia di essere riconoscente quando si sente una versione brutta di un ragno peloso? E chi può davvero avere voglia di assaporare le piccole gioie quotidiane quando scopriamo che la nostra amica se ne va in vacanza alle maldive, mentre la nostra idea di vacanza è montare una tenda nel salotto di casa? Per non parlare del solito tasto ansia sociale! Dovrei essere riconoscente di ciò che ho quando non riesco neanche ad andare dal parrucchiere senza sudare freddo? Diciamocelo, in quei momenti tutti vogliamo solo sentirci delle piccole fiammiferaie maltrattate dal destino e soffocare il dolore annegando in vagonate di dolci, patatine e tutto ciò che la nostra seconda guru, Bridget Jones, suggerisce per placare il mal di vita.


Ma se non possiamo fare né la lista dei buoni propositi né glorificare la nostra esistenza con pensieri di fasulla saggezza, cosa potremmo fare per festeggiare l'inizio del nuovo anno? Beh, di cose da fare ce ne sono tante. Per esempio, potremmo fare una lista di tutto quello che non faremo quest'anno, ad esempio "non diventerò ipocrita", oppure "non ucciderò gattini". Quella sarebbe una bella botta di autostima, perché di certo rispetteremo quei propositi. Io personalmente preferisco scegliere una sola parola che sia il mio faro per l'anno che verrà. L'idea è quella di scegliere un leitmotiv annuale, un punto fermo nel caos delle giornate. Non importa quante volte cadrò e quante volte uscirò dalla strada che ho scelto. Quando mi rialzerò potrò guardare il mio faro, laggiù, in fondo all'anno che mi ammicca allegro, e continuare a seguirlo, magari prendendo dei nuovi sentieri, ma indirizzandomi sempre verso quella luce. Niente di trascendentale, ovviamente, ma che volete, sono un'ansiosa sociale! Noi funzioniamo solo se voliamo basso e lavoriamo tanto di fantasia. La parola che ho scelto per me quest'anno è

Coraggio

 L'anno che è passato è stato molto duro, ho perso alcune persone care e ho avuto un paio di sberle di verità che mi hanno fatto girare su me stessa per diversi mesi. Quest'anno non mi aspetto che sia migliore nè peggiore, ma voglio affrontare tutto con coraggio, senza paura di faticare. So già che ci sarà tanto lavoro da fare, che in alcuni giorni sarà difficile convivere con me stessa e che spesso mi vorrò anche parecchio male. So che vorrò gettare la spugna più e più volte, che mi domanderò perché sono così e perché sto facendo questo percorso doloroso. So che mi fermerò sul ciglio della mia strada a piangere tutte le mie lacrime e che ad un certo punto del percorso sarò esausta e priva di forze. So che sentirò ogni giorno di non farcela e in alcuni momenti non ce la farò davvero. Ma, quando tirerò fuori il naso dal fazzoletto e alzerò la testa, voglio che quel faro laggiù, alla fine dell'anno, mi dica "Coraggio!" Solo questo. Coraggio. E questa parola mi darà la forza per rimettermi in cammino e ripartire ogni giorno. Quel faro mi darà la giusta prospettiva sul mondo. Perché in realtà il punto non è imparare ad apprezzare le piccole cose, ma imparare ad amare profondamente la propria vita, a godersi il panorama mentre si va a destinazione e a toccare con orgoglio le proprie cicatrici. Il coraggio ci permette di sentirci eroi di noi stessi, di prendere in mano la nostra vita e metterci in cerca del nostro destino. Essere coraggiosi per me non significa fare grandi cose, ma essere fieri di noi stessi anche quando avremo la faccia simile a quella di un sacco di iuta ripieno di paglia. Essere coraggiosi significa cercare il germoglio verde anche nel fango della palude, cercare fino a trovarlo, anche a costo di piantarlo noi.
Quindi per me questo sarà l'anno del coraggio, l'anno del sudore sulla fronte e della fatica, sempre alla ricerca del sorriso caduto nella polvere. Pochi grammi di coraggio alla volta.
Buon anno a tutti
Duille


2 commenti:

  1. Sei da stimolo e da esempio per tutti: CORAGGIO! Sei una gran bella persona, una pura di cuore, una dolce ma fiera donzella che è molto più sicura di sé di quello che potrebbe apparire. Sei una bella persona, lo so e ti stimo moltissimo, ti ammiro. Senza contare che hai un talento innato per la scrittura. Sei una tosta. La più coraggiosa di tutte. E insegni molto. :) Buon anno guerriera!

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    1. Come sempre ti vorrei fare una quantità infinita di fusa cara Fiordiluna! Che posso dire? Grazie! Ma credo che in realtà siamo tutte delle gran fighe per affrontare il mondo a testa alta, portandoci nello zaino tutte le insicurezze bisbiglianti! Ognuna di noi ha il proprio mostro personale, solo che non tutti finiscono nei manuali di psicologia (anche se ti assicuro che oggi non finirci è davvero difficile! ;) ). Il coraggio è parte anche di te e ti assicuro che ai miei occhi tu sei molto più coraggiosa di me, con la tua forza di esprimere anche parti molto profonde di ciò che sei senza paura. Io credo che avrò sempre una parte che resterà nascosta in un quaderno azzurro pieno di poesie. Ma la cosa più bella è che imparo ogni giorno da persone come te, che mi sostengono e mi danno l'esempio di come si può essere stelle splendenti senza nascondere neanche un briciolino di luce! Grazie per questo!

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Eccomi! Sono una scrittrice in erba, divoratrice di libri, sognatrice professionista e ansiosa sociale multicorazzata. Ho la fissa dei ricordi, la testa fin troppo tra le nuvole, interessi disordinati, un amore impossibile per gli alberi e una passione al limite del ridicolo per le serie tv. Ah, e le presentazioni non sono proprio il mio forte. Si vede?

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