domenica 13 settembre 2015

Vivere creativamente

Creare è una parola simile ad un incantesimo: è un azione declinata all'infinito, senza confini o spaziatura, senza limiti e senza tempo. Significa far nascere, dare luce, generare, regalare al mondo qualcosa che prima non esisteva e inserirlo nel movimento della rotazione terrestre, come un germoglio piantato in una crepa del marciapiede, disponibile a tutti pur non appartenendo più a nessuno se non a se stesso.  
E' un po' come aver operato una mitosi, come se dalla nostra testa o dalle nostre mani fosse uscita una piccola bolla di sapone denso e dai colori brillanti che ha iniziato a galleggiare nell'aria, indipendente da noi eppure piena dei nostri riflessi. La creazione è quindi un po' un ossimoro: è qualcosa di totalmente nostro, una proiezione di ciò che siamo al di fuori di noi, familiare come solo ciò che ci appartiene profondamente può essere eppure, nel momento stesso in cui nasce, ormai diventata altro, come un riflesso d'acqua in una pozzanghera. E' il nostro riflesso quello che vediamo, sono i nostri occhi quelli che ci guardano dalla loro casa acquosa, i nostri capelli quelli che ondeggiano ad un passo da terra, eppure non siamo totalmente noi, perché quel riflesso è fatto d'acqua e luce, quel viso che ci osserva capovolto è distorto dai cerchi prodotti da una goccia caduta da un ramo, da una carezza di vento o magari da una libellula appoggiatasi sulla punta del nostro naso riflesso. Siamo noi mischiati con il mondo come tempere su una tavolozza di legno. Ho sempre pensato che ci fosse qualcosa di misterioso nel modo in cui creiamo, come se avessimo anche noi una bacchetta magica incastonata nella punta delle dita, nel fondo della gola o in qualche angolo della mente. Un piccolo seme che cresce fino a velarci gli occhi con il reticolo delle sue foglie, impossibile da ignorare, anche quando sembra solo un'erbaccia senza valore. Diciamocelo, ci meravigliamo un po' anche noi quando creiamo qualcosa di nuovo e bello. Ci sorprendiamo di noi stessi, ci stupiamo di essere riusciti in questa incredibile magia, ci chiediamo quasi se siamo stati proprio noi a compiere questo piccolo miracolo. 
Quella piccola bolla perfetta è proprio mia? Quei colori riflessi dai raggi di sole che cambiano secondo cromature melodiche sono proprio usciti dai miei occhi? E si compie allora una seconda magia, quella della meraviglia. Ci siamo guardati creare e ci ritroviamo a sorridere increduli di quello che abbiamo fatto, della vita che abbiamo trasferito in quella bolla di sapone galleggiante davanti a noi, ad un metro da terra, leggera come l'aria, anche quando è piena di dolore. Perché anche questa è la magia del creare, in fondo: rendere bello anche l'orribile, estetizzare anche il dolore più aguzzo e le lacrime più salate, estetizzare fino ad anestetizzare, fino a ricoprire quell'emozione bruciante di balsamica ambra, fino a rendere il male un monile dai colori tenui da indossare senza timore di essere feriti. Creiamo ambra quindi, ambra leggera come una bolla di sapone, sfere di resina che volano sopra di noi, lasciandoci sollevati, ad un metro da terra insieme a lei. Lei, frutto della nostra mente, che ci insegna come si vola, pur rimanendo perfettamente incollati a terra. E' magia questa. Qualsiasi sia la forma che questa bolla di sapone assumerà, sarà pur sempre magica e tutti saremo in grado di crearla. Spesso sento dire da molte persone di non essere capaci di creare arte, di non avere la manualità, il talento o l'idea giusta, ma non è così. Tutti creiamo arte ogni giorno, anche quando sembra che non lasciamo dietro noi niente di tangibile. Non dobbiamo essere tutti Picasso, Mozart, Michelangelo, Sepulveda o Sorrentino per creare arte. Non dobbiamo per forza essere dei graphic designers, dei videomaker dalle incredibili doti o dei programmatori di videogiochi dall'ultraterreno talento per fare magie. E non lo dico solo io! Un importante psicologo del Novecento dal nome morbido come quello di un orsetto di pezza, Donald Winnicott, sosteneva che creare significasse prima di tutto vivere creativamente, una cosa che tutti possiamo fare ogni giorno. Vivere creativamente significa non smettere mai di sognare e di fantasticare, significa continuare a guardare il mondo con i propri occhi e non con quelli della realtà, significa lasciare che le cose intorno a noi ci stuzzichino il palato come farebbe un bel piatto di spaghetti al sugo con le polpette. Io credo che dentro ognuno di noi esista un modo unico di osservare, inimitabile, speciale e spettacolare ed è quello sguardo particolare che ci rende capaci di vivere creativamente, facendo sì che ogni passo poggiato sull'asfalto faccia sbocciare fiori dalla nostra suola, o che un ramo proteso verso di noi diventi una mano decisa ad accarezzarci. 

Vivere creativamente significa pensare che dentro una pozzanghera d'acqua ci sia un mondo alla rovescia in cui tutto si muove al contrario o che le persone si muovano secondo i ritmi della musica che stiamo ascoltando mentre viaggiamo in autobus. Significa credere che nel riflesso di sole lanciato da una finestra si celi una fatina luminosa intenta ad indicarci la strada o che una lanterna cinese lanciata in aria in una notte d'agosto possa solleticare i piedi ad una stella. Vivere creativamente significa continuare ad immaginare, divertirsi ad interpretare la realtà, plasmarla come se fossimo degli scultori dell'irreale, ma anche vedere le piccole bellezze che già esistono. Vivere creativamente significa fare attenzione, essere recettivi, fare arte con i sensi, perché non si deve conoscere la musica per essere musicisti. Si può suonare la risacca marina o dirigere il tubare dei piccioni in una piazza. Si può soffiare il vento tra gli alberi e pizzicare il brusio della folla in città. Si può addirittura suonare il silenzio di una biblioteca, fino a farlo vibrare di sottili fili nylon, quasi tangibili, ma solo ai più attenti. La manualità non ha niente a che vedere con la creatività, né con l'ispirazione. Si può creare senza sapere nemmeno impugnare un pennello, senza avere la minima idea di come fare una pallina con una manciata di plastilina, senza conoscere un singolo passo di danza, senza sapere nulla di programmazione o film making. Creare non ha nulla a che fare con la tecnica. Creare significa dare forma a bolle di sapone. Una cosa che sappiamo fare fin da bambini. 
Duille

   

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Eccomi! Sono una scrittrice in erba, divoratrice di libri, sognatrice professionista e ansiosa sociale multicorazzata. Ho la fissa dei ricordi, la testa fin troppo tra le nuvole, interessi disordinati, un amore impossibile per gli alberi e una passione al limite del ridicolo per le serie tv. Ah, e le presentazioni non sono proprio il mio forte. Si vede?

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