domenica 1 settembre 2019

Promesse

E' tornato Settembre, e con lui la prima promessa d'autunno. L'ho sentita chiaramente ieri, quando Agosto sgocciolava le sue ultime ore. Ero raggomitolata in un angolo del letto, incuneata tra il muro bianco della mia camera e il legno rosso scuro della cassettiera dell'IKEA. 
Settembre mi si è parato davanti agli occhi improvvisamente, come una lucciola nel giardino di casa. Erano solo poche note sospese nell'aria, giusto qualche goccia di suono in stand-by, ma erano già un preludio carico, come una di quelle nuvole temporalesche che non vedi l'ora di ascoltare. Mi ha fatto sorridere sapere che cosa la natura aveva in serbo per noi, anche se lontana, per ora. Fuori è ancora estate, io indosso ancora i pantaloncini leggeri che lasciano respirare le gambe ed i calzini sono ancora in letargo, nel buio di un cassetto. Dentro però, sotto la pelle che memorizza le consistenze del pavimento e delle ciabattine in legno, così simili a quei teli da mare in bambù chiaro, c'è già un'aria diversa, una stringa che mi collega a quella solitaria lucciola che brilla fioca all'altezza degli occhi, in un incontro carico di significato. Ci sono suoni nuovi che si risvegliano e che hanno bisogno di silenzio per essere sentiti: soffiano i respiri a pieni polmoni, scrocchiano le foglie sotto le scarpe, scivolano le lane sulle braccia e tintinnano i cucchiaini nelle tazze. Sono ancora in viaggio, ma io li sento già, sto già accordando l'orecchio per non perdermene nemmeno uno. In fondo, l'autunno è un'attitudine mentale più che una stagione. Richiede lentezza, pazienza, domanda il coraggio di fermarsi anche quando il mondo corre più veloce delle nostre gambe. Non s'imporrà mai, ma lascerà che siamo noi a decidere se e quando ascoltare. E quando lo faremo, ne varrà sempre la pena. Settembre, in quel suo singolo lampo di futuro, settembre che ancora brilla sgargiante come una moneta d'oro ben lucidata, mi ha promesso tutto questo, anche se solo in una lieve vibrazione dell'aria mattutina, anche lei già in cambiamento, come una pelle di serpente. Ha la frizzantezza di un atomo di neve, l'alone umido di una goccia di pioggia e il silenzio che si spande a volute rotonde dalla prima tazza di tè. E' ancora solo un frullo d'ali, appena un riflesso color delle zucche, ma è già una promessa mantenuta che m'increspa le labbra in un sorriso dalle tinte dorate.   
Duille






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Eccomi! Sono una scrittrice in erba, divoratrice di libri, sognatrice professionista e ansiosa sociale multicorazzata. Ho la fissa dei ricordi, la testa fin troppo tra le nuvole, interessi disordinati, un amore impossibile per gli alberi e una passione al limite del ridicolo per le serie tv. Ah, e le presentazioni non sono proprio il mio forte. Si vede?

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